Christos è un artista di origine greca, da anni negli Stati Uniti, molto eclettico che canta, suona e produce i suoi pezzi. Il suo stile è quello di un roots dai temi sempre molto conscious e dalle influenze spiccate della sua madre patria. Di recente è uscito il suo quinto album Self Evident, per la sua etichetta la Honest Music. Vediamo che cosa ci ha raccontato in proposito.
Haile Anbessa: come hai iniziato a cantare?
Christos DC: è iniziato tutto anni fa quando ero in tour come chitarrista con un gruppo chiamato The Itals. Ronnie Davis aveva appena lasciato la band e quindi bisognava rimpiazzarlo. Il cantante Kieth mi ha sentito per caso cantare sul bus quando pensavo fossero tutti addormentati. Durante il soundcheck quindi mi ha piazzato il microfono davanti e mi ha detto che quella sera stessa avrei cantato sul palco. A quel tempo non sapevo ancora come suonare la chitarra e cantare allo stesso tempo e quindi mi ricordo che mi fermai un attimo per poter cantare la mia parte. Da quel momento in poi ho imparato subito come fare e quindi ho mantenuto quel posto per circa tre anni.
H.A.: il DC nel tuo nome che cosa significa?
C.D.: DC è la città in cui sono cresciuto. I primi due album sono usciti semplicemente con il nome di Christos. Mi sono reso conto però che era un po’ troppo anonimo e quindi ho aggiunto il DC per distinguermi un po’ dalla massa.
H.A.: perchè prediligi il reggae vecchia scuola?
C.D.: il reggae delle origini mi rappresenta al meglio. Ho imparato a suonare il reggae quando avevo circa vent’anni da persone rasta e questo ha avuto una forte influenza sul mio essere e sul mio suono. Nel reggae c’è una qualità spirituale ineguagliabile così come il suo messaggio che ho totalmente abbracciato.
H.A.: nella tua musica sono evidenti le tue origini greche?
C.D: ho fatto anche lo sforzo di realizzare delle cover reggae di pezzi folk greci. Le mie radici però non influenzano totalmente la mia musica anche se questi esperimenti sono riusciti particolarmente bene. Penso quindi che farò altro in questo senso anche in futuro.
H.A.: i tuoi testi sono molto profondi e filosofici quasi. Pensi che al giorno d’oggi il pubblico possa essere ancora ricettivo a questo tipo di messaggio?
C.D.: credo anche io che l’influenza della filosofia sia molto forte nei miei testi, specialmente in questo mio ultimo album. Credo che possa arrivare a chi sia ricettivo a questo tipo di messaggio. E ritengo anche che questo tipo di messaggio sia sempre auspicabile, specialmente in un’era come quella che stiamo vivendo.
H.A.: tu preferisci cantare o produrre?
C.D.: a essere onesti mi piace molto sia cantare che produrre. Cantare però ha qualcosa di spirituale dato che puoi condividere la tua voce e un messaggio particolare. Il produrre è invece più una soddisfazione personale ed è una gran bella sensazione limare un pezzo fino a sfiorarne la sintesi perfetta.
H.A.: come puoi definire questo tuo quinto album Self Evident?
C.D.: direi che è già evidente dal suo titolo. La verità è infatti evidente di per sé e l’album è un riflesso del mio vero io.
H.A.: perché hai scelto di collaborare con artisti come Skankin Monks da Amsterdam o Dada Yute dal Brasile?
C.D.: è stato un percorso naturale lavorare con altri produttori su questo album. È già il secondo album in cui collaboro con gli Skankin Monks e ho deciso anche di collaborare con due producer polacchi. K-Jah ha prodotto il riddim per Self Evident mentre Tomasz Wojcik ha prodotto la musica per In peace. Ho anche collaborato con DeDubros da Firenze su Be wise. Il primo singolo I reserve the right è una collaborazione con l’artista emergente brasiliano Dada Yute. Tutto è successo in maniera molto naturale. Sono molto grato per avere lavorato con così tanti talenti sparsi per il mondo.
H.A.: e invece come hai iniziato a collaborare con il leggendario Tippy Alfred?
C.D.: sono stato un grande fan delle produzioni di Tippy da molto tempo. È stato un vero onore lavorare con lui nei miei ultimi due album. Sono quindi estremamente riconoscente a chi ha realizzato il link tra noi due.
H.A.: prossimi progetti?
C.D.: ho altro materiale a cui sto lavorando. Mi sto concentrando su un album strumentale che avrà al suo interno diversi strumenti provenienti da tutto il mondo. Sto anche pianificando di dare vita a un album con tanta musica dei miei buoni amici Skankin Monks.