Abbiamo intervistato Chisco,ex membro dei Working Vibes, alla vigilia dell’uscita del suo nuovo album Come Again.
Un album per tutti i gusti perchè è davvero così. Un mix di tanti stili, sonorità e tematiche che creano un meltin pot unico e un’energia speciale durante tutto l’ascolto dell’album. È come un viaggio verso il futuro ma tenendosi strette le conoscenze apprese dal passato e dalla lunga gavetta che ho fatto.
Direi che mi trovo bene in entrambi i casi, ho solo bisogno di un pò di tempo per migliorare nella pronuncia e nella fonetica del Patwa. È un linguaggio molto complicato, tipico della Giamaica che rispecchia quindi la cultura di quella splendida isola, per questo devo entrare maggiormente in contatto con il Jamaican Thing per riuscire così ad esprimere al meglio i testi in Patwa.
Le produzioni, salvo la bonus track (prodotta dai tedeschi Sound Quake), sono state tutte affidate alle mani di Ciro Princevibe e realizzate al Boomker Studio di Firenze. Negli anni Ciro ed il Boomker sono diventati un’istituzione nella reggae music italiana e internazionale. Abbiamo voluto creare un album che avesse sonorità fresh ed attuali ma senza dimenticare le origini di questa musica. L’album quindi suona una volta hip hop, un’altra ragga, un’altra ancora dubstep e infine reggae col classico one drop. Tutto è stato dettato dall’ispirazione del momento.
Credo che un album sia un po’ come la metafora della vita: una volta ti senti più riflessivo, un’altra più rivoluzionario e un’altra ancora ti senti euforico ed avresti voglia di organizzare un party con gli amici, le ragazze, i drink e tanta buona musica. Il processo viene dalla giornata stessa, dalle cose che ti capitano o che senti in Tv o leggi sui giornali. Poi a volte è la base stessa che ispira il tema della traccia. Sarebbe stata dura creare un pezzo triste e riflessivo su un ritmo come Mad Me.
Con i Working ho passato gli anni più intensi della mia vita, trovandomi spesso a contatto con artisti e gruppi del calibro di Capleton, Ziggy Marley, Negrita, Manu Chao, Roy Paci, Africa Unite. Questa gavetta mi ha fatto crescere sia umanamente che artisticamente, dandomi la forza di cui avevo bisogno per realizzare questo album. Sono stati anni spinti al massimo, durante i quali abbiamo realizzato 3 album ed ho capito cosa significa reggere grandi palchi per più di un’ora e mezzo. Direi una grandissima palestra di vita.
Credo che a vent’anni credi che puoi spaccare il mondo quando vuoi perchè hai il tempo dalla tua parte, verso i 25-26 inizi ad avere la percezione delle cose e realizzi quello che stai facendo mentre dopo i 30 come nel mio caso ri-leggi tutto quello che hai fatto negli ultimi dieci anni e ti ritrovi ad un bivio. Io ho scelto di dare un colpo forte alla mia vita artistica ed ho scelto di intraprendere una strada della quale non sapevo praticamente nulla ripartendo dagli amici con cui sto e mi vedo da sempre ovvero Black Heart Sound, la mia etichetta e la crew di Dj che smi supporta anche durante ogni live.
Le date stanno arrivando, per il momento sicuramente sarò il 30 aprile in p.zza A.Moro a Capannori (Lu) con Loudish (lo youth della nostra family), la Shanty band, Rasta Lady, Ginko e Lion D. Poi il 3 maggio sarò all’auditorium Flog con Jaka e Michelangelo Buonarroti, il 18 maggio invece con BlackHeart, Spastic Hash Crew e Bash fire a Lucca al Foro Boario per il Fi di girls dem party. Il 15 giugno invece sarò all’Energetica festival a Riotorto con Black Heart.
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