Intervista al giovane e promettente collettivo reggae Rebel Rootz
Haile Anbessa: Siete una formazione molto giovane, quando avete cominciato a suonare assieme?
Rebel Rootz: La band si può dire che è giovanissima, abbiamo incominciato a suonare assieme nel febbraio 2010, e già da subito abbiamo ricevuto svariati apprezzamenti da parte di un pubblico sempre più numeroso e fedele
H.A.: Perchè avete scelto il reggae e soprattutto il roots che è una musica molto impegnativa e densa di significato? E soprattutto in un posto così freddo come il Trentino
R.R.: Il reggae è una musica che unisce,crea una sorta di simbiosi tra pubblico e band,la gente va ad un concerto reggae per ballare,questo per noi è stata la cosa che ci ha impressionati di più, e non credo vi siano posti nel mondo più o meno indicati per creare unione con la musica, inoltre il Trentino non è poi cosi freddo come si pensa !!!
Questa musica è anche portatrice di messaggi,ideali e quindi ha pure un forte impatto sociale e forse il forte bisogno di dover esprimere qualcosa ci ha portati a suonarla.
H.A.: Avete esperienze musicali molto diverse al vostro interno. Come si conciliano all’interno del gruppo e di questo suono reggae?
R.R.: La band è composta da sei elementi diversi tra loro, sia come persone ,come gusti musicali e come esperienze musicali. Secondo noi è proprio questo il punto forte della band, l’incontro di tutte queste teste da forme ad un genere totalmente diverso e distaccato dal reggae classico che si sente. Le radici sono molte come le influenze di genere che arrivano dai singoli componenti della band, è questo il bello, noi tutti costruiamo assieme il nostro sound.
H.A.: C’è qualche artista che vi ha ispirato in particolare o vi ha dato una mano agli inizi?
R.R.: Per quanto riguarda gli artisti nessuno ci ha dato una vera ispirazione ma insegnato la strada da percorrere, penso che un percorso come quello degli africa unite sia invidiabile a chiunque! Loro penso siano la nostra band di riferimento,i maestri supremi..
H.A.: Che cosa sta dietro la vostra scelta di cantare solo in italiano?
R.R.: Purtroppo in Italia ci sono sempre meno artisti reggae che cantano in italiano, scrivendo in italiano possiamo esprimere meglio i nostri pensieri e permette all’ascoltatore di cogliere in modo diretto ciò che la canzone vuole dire, inoltre siamo italiani, e vogliamo che il nostro messaggio arrivi forte e chiaro a tutti i nostri fans.
H.A.: Quali artisti apprezzate maggiormente e considerate i vostri modelli musicalmente parlando?
R.R.: Come ho gai detto prima la band è composta da sei elementi,questo porta ad avere gusti musicali totalmente diversi tra loro, si spazia dagli africa unite,big mountain,steele pulse,rise against the machine,august burnsread e tanti altri.
H.A.: Doveste scegliere il featuring dei sogni quale nome preferireste?
R.R: Domanda molto difficile,ce ne sarebbero tanti..ma forse mi piacerebbe provare a lavorare con Bunna degli Africa unite.
H.A.: Parliamo ora del vostro album…
R.R.:Il disco”Radice ribelle” è composto da 12 tracce con un mix di suoni e generi diversi tra loro.
La base delle tracce ha sicuramente una radice reggae,caraibica ma le sfaccettature sono molte,si passa da un sound rootz a generi come il rock,funky e rock steady,toccando anche l’elettronica.
La stesura dei testi è eseguita dal cantante Massimo,essi vogliono avere un messaggio molto diretto. Infatti i temi trattati sono molto attuali come”Pappagalli verdi”, canzone ispirata al celebre libro di Gino Strada pubblicato nel 1999 sul tema della guerra.
Altra canzone molto forte è “Il politico” che denuncia la situazione politica italiana, la quale sta perdendo tutta la fiducia nel cittadino. Nel disco i temi trattati sono anche il rispetto e la fiducia nel prossimo, l’amicizia e l’amore.
H.A.: Lo presenterete live con un tour?
R.R.: Lo stiamo già presentando con molti live in regione e anche fuori. Diciamo che l’obbiettivo è quello di presentarlo in più regioni possibili d’Italia.