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NecroNephilim: l’intervista

03-08-2019 Luca Gissi

NecroNephilim: l’intervista

In un mondo misterioso dove c’è ancora spazio per l’oscurità e l’esoterismo, si nascondono i NecroNephilim, collettivo che fonde l’horrorcore all’hip hop classico, personaggi decisamente atipici e di controcultura così come lo è la loro musica. Dopo l’esperienza SoundCloud, sono da poco sbarcati su Spotify con il loro primo album ufficiale, Sine Requie, un viaggio che da ambientazioni remote ci trasporta nei problemi della società di oggi, quasi però estraniandoli da un preciso contesto temporale. E’ un disco senza pace come da titolo e confuso, a tratti sperimentale e con tanta voglia di raccontare: lo fanno attraverso riferimenti letterari antichi e atmosfere decadenti. Il tutto fiorisce in un progetto nascosto nei meandri dell’underground e che in pochi potrebbero apprezzare, ma i nostri NecroNephilim non hanno paura di questo, bensì di molto altro.

Luca Stardust: Una parte del vostro immaginario fonde l’horror alla sfiducia nel futuro, perciò ho pensato, avete paura di ciò chi vi circonda tanto da esorcizzarlo con la scrittura o è la scrittura stessa a rendervi così nichilisti?

NecroNephilim: E’ innegabile che il mondo stesso faccia paura; se si fa finta di non aver paura e non si combatte la paura stessa, si è destinati ad un’esistenza di falsità. Allo stesso tempo è inevitabile che la scrittura sia un nostro modo di difenderci; lo studio necessario per scrivere un testo, ci rende più coscienti di noi stessi e del mondo in cui viviamo. Scrivere, o almeno scrivere come facciamo noi, obbliga ad auto-analizzarsi per affrontare una realtà che può sembrare sempre meno reale.

L.S.: Com’è nata l’idea di iniziare su SoundCloud e come mai avete deciso di caricare lì le tracce gradualmente negli ultimi due anni?

N.N.: Volevamo dare subito alle persone un assaggio di quello che stavamo creando, oltre al fatto che sapevamo ci sarebbe voluto molto tempo per finalizzare il progetto. Tutto lo sviluppo è stato costellato di momenti oltre il normale, a volte ci svegliavamo e non sapevamo nemmeno dove eravamo, quindi non sapevamo nemmeno noi se saremmo stati in grado di concludere.

L.S.:Una cosa che ho notato è come voi a volte descriviate immagini pulp o sanguinolente ma racchiuse in un contesto oscuro e tetro. Questo giochi di luci e ombre esplode nel video di VOID: da dove e com’è nato il progetto del videoclip?

N.N.: Dopo una cena guardammo “The Void” un film Horror/Splatter di cui Manomorta si era innamorato, propose di campionare la colonna sonora originale e crearne una canzone che seguisse la stessa filosofia sanguinaria del film. L’idea piacque, Kif Kiffen campionò la colonna sonora e creò un beat fresco che rispecchiava a pieno le nostre intenzioni. Dopo aver registrato le strofe chiamammo Dameth, visto che conoscevamo le sue doti canore nel growl. Registrò di notte svegliando tutti i presenti a Strongvilla (studio in cui registriamo) gridando “AMO FARMI DEL MALE”, fu veramente una bella esperienza. Successivamente scoprimmo Elide Blind una talentuosa regista di Bologna con cui volemmo collaborare subito. Lei scelse VOID per il video, gli portammo organi veri per le riprese e scegliemmo di non essere riconoscibili. Purtroppo YouTube non ci permise di promuovere il video per “contenuti scioccanti” ma siamo veramente molto orgogliosi di quel progetto.

L.S.: È anche per questo che il disco si costruisce su un immaginario musicale molto particolare, implementato da tutti i diversi produttori che hanno curato la parte musicale del disco e che nonostante la varietà dei nomi riesce ad essere molto coeso a livello sonoro. Questo in parte credo derivi dalle vostre influenze e dai vostri ascolti. Per questo mi domandavo, cosa riempie le vostre playlist e cosa scorre sotto le vostre puntine?

N.N.: Direi che ognuno di noi ha le sue preferenze e quindi ti elenchiamo per artista:
I.O.R.IA. :

Colle Der Fomento
Kaos One
Melma e Merda
Mezzosangue
Murubutu
DSA Commando
Nightwish (primi album)
Blind Guardian
Big Pun
Nitro
Salmo ( primi album soprattutto )
Watsky
Joe Cassano

Whyisn’t:

(oltre a quelli già citati da I.O.R.I.A.)
Jedy mind tricks
La Coca nostra
Wu tang clan
Mop
Onyx
Sean strange
Lord’s of the underground
Hannibal stax
Red man
Mack Da Maniak
Nine
Tec9
The Soul Assassins
Canibus
Sangue Misto

Manomorta:

(oltre ad alcuni nomi già citati)
Noyz Narcos e tutta la scena del TruceKlan
Dogo Gang nei primi progetti
Neffa (i Messaggeri della dopa, 107 elementi)
16 Barre
Dargen D’amico
Danno specialmente il progetto Artificial Kid
Rancore
Ill Bill
Slaine
B-Real

Freddy Key:

Madchild
Vinnie Paz
Primo Brown

L.S.: Mentre per quanto riguarda l’influenza letteraria, volevo chiedervi, vi documentate su cose specifiche per scrivere i testi e come vi “organizzate” per le tracce con un concept ben preciso?

N.N.: Per questo album è stato un delirio unico, non c’è stato un vero e proprio concept ci siamo lasciati andare all’ispirazione, al momento e alle idee che venivano vomitate di volta in volta durante notti abbastanza distruttive dove la penna scorreva sul foglio ed il mondo si accartocciava attorno a noi. Per il futuro, sarà molto diverso.

L.S.: A proposito di pubblico, è un lavoro molto ostico per la maggior parte degli ascoltatori e quindi ovvio che il vostro lavoro si rivolga ad una nicchia come l’horrorcore. Da cosa nasce questo vostro accostamento al genere e all’immaginario e quando avete capito che facesse al caso vostro?

N.N.: Ci sono state molte occasioni nelle nostre vite private, dove il paranormale ha bussato alle nostre porte e ci ha mostrato che non tutto è spiegabile e che ci sono cose, là fuori, che si pensano di comprendere quando invece sono effettivamente incomprensibili. Mescola assieme la vita normale, la morte, l’ansia, le paranoie e gli incubi che ci accompagnano ogni notte ed ecco che la miscela da mischiare nel calderone è pronta.

L.S.: Proprio per la difficoltà del linguaggio e la ricercatezza è difficile arrivare a tante persone con questo suono: come vi state muovendo per i live? Inoltre, avete intenzione di stampare il disco in futuro?

N.N.: Il disco andrà in stampa a breve, le grafiche nel disco realizzate da Zed “Lukeiszed” vi toglieranno il fiato. Ora stiamo cercando di farci conoscere, certamente non è semplice, siamo consci del pubblico particolare che andiamo a toccare e che ci sono altre realtà più affermate di noi, ma noi abbiamo il nostro stile ed il nostro pensiero che si differenzia per vari aspetti dal resto, se riusciremo a far arrivare la nostra musica ad abbastanza menti , allora riusciremo anche a portare in giro i nostri live.