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No Comment è la prova che Nitro è cresciuto (e che il titolo non è una dichiarazione d’intenti)

14-01-2018 Riccardo Primavera

No Comment è la prova che Nitro è cresciuto (e che il titolo non è una dichiarazione d’intenti)

Penso di avere detto tutto quello che dovevo dire con questo disco, riguardo questo periodo della mia vita”: esordisce così Nitro, con la voce un po’ ammorbidita dall’emozione, mentre entra nella sala conferenze della sede milanese di Sony Music Italia. Una vera e propria cerchia di giornalisti – stampa di settore e generalista, giovani e meno giovani – lo attende per parlare di No Comment, il suo ultimo lavoro: un disco che ci mostra un nuovo lato di Nitro, anzi, un nuovo Nitro a tutti gli effetti. La prima riprova di quanto detto la troviamo proprio durante la conferenza stampa: il giovane artista Machete si siede nel mezzo del cerchio creato dai membri della stampa, si muove tra di loro, si avvicina agli interlocutori, azzera per quanto possibile la distanza. È curioso di capire ciò che il disco ha lasciato a livello personale, al di fuori di commenti strettamente tecnici o legati alla testata di appartenenza del redattore. Nitro è interessato alle persone e a come queste rispondono a No Comment e alla visione dell’autore.

Cover a cura di MOAB

No Comment è solamente la copertina, solamente il titolo, solamente la superficie del progetto” continua Nitro “e sulla superficie io non ho niente da dire”: risponde così ad una domanda che gli chiedeva come andasse interpretato il titolo, visto che a livello lirico i commenti non mancano affatto. La cura per la sostanza è infatti sempre stata uno dei marchi di fabbrica della musica del rapper vicentino, mai banale nella ricercatezza lirica, dagli argomenti trattati al vocabolario utilizzato, senza scadere però nella facile retorica o nel “rap universitario” – come lo definisce lui – perché semplicemente non gli appartiene. Alle sue spalle ci sono Slait, Hell Raton, Low Kidd e Salmo: quattro figure presenti non per sostenerlo – il ragazzo è cresciuto e si regge sulle sue gambe – ma per testimoniare quando sia stato intenso il percorso di crescita attraversato da Nitro. L’etichetta di “brutta copia di Salmo” che alcuni gli avevano affibbiato è solo un ricordo sbiadito ormai, Nitro è un artista di spessore sotto tutti i punti di vista: la collaborazione a stretto contatto con Low Kidd ha arricchito il bagaglio di sonorità su cui esprimersi, rendendo No Comment un disco dalle produzioni variegate ma dalle atmosfere coese e particolarmente evocative. Che si parli di una love ballad come San Junipero o di una critica all’incoerenza del pubblico del rap italiano come in Chairaggione, l’ascoltatore è catapultato nel mood del pezzo sin dalle prime note della strumentale.

Ti rendi conto che in questo immenso e infinito scorrere dell’universo siamo veramente delle briciole”: non manca una puntina di nichilismo nelle parole di Nitro, che commenta così la disillusione trasmessa dal testo di Horror Vacui. L’ultimo brano del disco è infatti un’outro incredibilmente intensa dal punto di vista riflessivo e introspettivo, una chiusura che non può non portare a rivalutare ciò che l’intera esperienza d’ascolto di No Comment trasmette. “Tante cose che io scrivo nei dischi non le penso, le scrivo per convincermi, per darmi una motivazione” continua però l’artista, a confermare un approccio “esorcizzante” alla scrittura: se l’ascoltatore spesso e volentieri si rivede nel malessere celato in molte canzoni, Nitro le utilizza proprio come valvole di sfogo per i pensieri negativi. Paure, paranoie e timori vengono riversate nei testi, alleggerendo il carico emotivo che grava sull’artista – una sorta di spada di Damocle che ascoltatore e musicista si passano a vicenda dalla fase di creazione a quella dell’ascolto.

Foto di Mattia Guolo

Quando qualcuno gli chiede come mai quella componente spiccatamente metal che contraddistingue il suo rap si sia affievolita in No Comment, Nitro risponde che “non mi piacerebbe liquidare la cosa con un semplice brano crossover, vorrei realizzare un intero progetto metal”. L’idea di vedere l’artista alle prese con un genere così diverso per quanto spesso in contatto – dal rap è indubbiamente affascinante, rafforzata poi dal commento di Low Kidd, che fa notare come “l’attitudine di Nitro nel suo modo di fare musica è comunque molto metal, a prescindere dai suoni”.

Pur senza la componente metal, senza l’odio cieco che albergava nei suo testi e senza i brani aggressivi contro le ex-ragazze – tanto per citare alcuni degli elementi caratterizzanti la musica di Nitro fino ad oggi – i primi risultati ci dicono che No Comment (e Nitro) hanno passato l’esame di maturità. L’intero disco è comodamente ascoltabile nella Top 50 di Spotify, superando i 2 milioni di streaming complessivi, stabilmente al primo posto anche sui vari Apple Music, iTunes e Amazon. Un ottimo modo per zittire le voci fastidiose dei detrattori convinti che un disco adulto, più riflessivo e meno rabbioso, avrebbe finito per risultare indigesto al pubblico del rapper; la riprova che il pubblico può crescere di pari passo con l’artista, o per lo meno riconoscerne il percorso. Il resto sono chiacchiere, opinioni, gusti e orientamenti soggettivi: per quelli Nitro ha messo la risposta in copertina, in stampatello, chiara ed inequivocabile.

Aggiornamento numerico dell’ultim’ora: No Comment risponde alle chiacchiere sulla presunta assenza di hype riguardo il progetto, e lo fa battendo il record di Spotify Italia in 24 ore, facendo registrare la bellezza di 2,079,349 di stream.