Il mondo è in lutto ancora una volta: Jay Adams è morto per infarto all’età di 53 anni in Messico, dove si trovava in vacanza con la moglie. Ad annunciarne la morte è stata la sua manager Susan Ferris.
La morte del più grande skater di tutti i tempi ha lasciato appassionati e non con la bocca aperta: lo skater in passato aveva avuto problemi con l’eroina e aveva vissuto una vita sregolata e pericolosa, ma tutto questo faceva parte del passato. Jay era diventato una persona nuova, aveva cambiato vita ma non la sua passione più grande, infatti nonostante il peso e l’età non aveva rinunciato a cavalcare la tavola con la classe d’un tempo.
Jay Adams è stato una vera e propria leggenda, ha vissuto tutta la sua vita tra la sua gente, nel suo quartiere natale di Venice, e fu proprio lui che negli anni settanta fondò la crew più famosa di tutti i tempi, gli Z-Boys, collettivo di ex surfisti divenuti skater. Insieme a loro, Adams trasformò radicalmente lo skateboard, portandolo da hobby a vera e propria disciplina e trasformando anche l’approccio alla tavola e i trick. Lo skate moderno lo si deve principalmente a lui.
Le capacità del gruppo trasformarono i componenti in icone intramontabili. Jay divenne il simbolo-culto dello skate, grazie al suo singolare carisma e anche grazie al suo ripudio di denaro e pubblicità che ronzavano attorno allo skate, cosa che lo rese una specie di profeta tra i giovani skater delle strade di tutto il mondo. Inoltre, nella sua vita dimostrò spesso la sua avversità verso i “ricchi” introducendosi nelle ville di Beverly Hills, abbandonate per la siccità, usando le piscine vuote come rampe per compiere le sue acrobazie. Fu proprio in queste piscine che The original seed (il seme originale) divenne leggenda e trasformò l’uso della tavola, introducendo il suo stile estremo in freestyle.
Nel 1982 Jay fu accusato d’aver istigato l’omicidio d’un ragazzo omosessuale di Los Angels, morto dopo un pestaggio: superati i problemi legali e scontata la pena, negli anni novanta entrò nel tunnel dell’eroina, iniziando ad assumere stupefacenti dopo la morte del fratello e dei genitori.
Su Adams e il suo gruppo sono stati girati un documentario e un film (Dogtown & Z-Boys e Lords Of Dogtown), in cui si raccontano le loro gesta. Inoltre il personaggio di Iggy Van Zalant del videogioco Tony Hawk’s American Westeland è ispirato proprio a Jay.
Di solito, quando una persona muore, il sipario della sua vita si chiude per sempre: in casi speciali rimane aperto ancora un po’, il tempo che il suo ricordo sparisca, in casi estremi il sipario rimane aperto per l’eternità. Il caso di Jay è un caso estremo, perché lui non era una persona normale, era ed è parte di qualcosa d’eterno. Il sipario di Jay Adams si chiuderà solo quando morirà lo skate.