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Ras Muhamad: l’intervista

06-08-2014 Haile Anbessa

Ras Muhamad: l’intervista

Direttamente da Giakarta in Indonesia arriva Ras Muhamad, artista roots molto promettente che grazie al suo nuovissimo album Salam, pubblicato dalla tedesca Oneness Records, vuole farsi conoscere in Europa. Noi di Hotmc lo abbiamo raggiunto via Skype.

Haile Anbessa: come prima domanda vorrei domandarti come hai iniziato a cantare…

Ras Muhamad: ero un bambino. Ogni bambino canta in maniera naturale credo. Il mio primo ricordo di me che canto qualcosa è sicuramente qualcosa di Michael Jackson con una racchetta da tennis in mano a mò di chitarra. È iniziato a diventare un hobby vero e proprio quando avevo all’incirca quattordici anni e ho iniziato a suonare in alcune band. A quel tempo non vivevo in Indonesia ma a New York City con la mia famiglia.

H.A.: e come ti sei appassionato al reggae?

R.M.: quando mi sono trasferito negli Stati Uniti nel 1993 con i miei genitori sono stato esposto ad ogni tipo di genere musicale possibile. A casa si ascoltava molto musica tradizionale indonesiana mentre coi miei amici ascoltavo principalmente rock e rap. Ho amato molto i Public Enemy in quel periodo e i Wutang perchè hanno introdotto un po’ della cultura asiatica in quel tipo di musica. Ascoltavo sempre la stazione radio Hot 97. Un giorno poi un mio cugino mi ha fatto ascoltare della dancehall e all’inizio mi sembrò quasi hip hop. Mi resi contò però che i testi erano difficili da comprendere perchè era patwa e quindi conobbi in questo modo il reggae. Una delle prime canzoni che ascoltai fu Champion di Buju Banton. Anni dopo poi mia madre, di ritorno da un viaggio di lavoro in Giamaica, mi portò parecchia musica dall’isola tra cui Legend di Bob Marley e fu da quel momento che compresi che quella era assolutamente la mia musica e in particolar modo il roots vecchio stampo. In questo modo mi avvicinai anche alla spiritualità Rastafari. Ho fatto un percorso inverso quindi dalla dancehall al roots. Amo ancora la dancehall ma molto spesso la trovo un po’ povera di contenuti ultimamente.

H.A.: il reggae è popolare in Indonesia?

R.M.: moltissimo! Ascoltiamo tutti i generi ma il reggae ha uno zoccolo duro parecchio consistente. Subito dopo il metal in Indonesia si ascolta reggae. Abbiamo show da 3000 persone anche con gruppi sconosciuti. Nei concerti vedi bambini fino a persone anziane. Purtroppo non abbiamo ancora artisti giamaicani che vengono a suonare da noi ma penso che presto qualcosa potrà uscire fuori. Il mio compito è anche questo di fare da ponte e diffondere la cultura con il mio programma alla radio. I primi frutti si sono visti perchè ad esempio sono riuscito a fare un featuring con Kabaka Pyramid.

H.A.: parliamo ora del tuo ultimo album Salam…

R.M.: questo album è nato da una sinergia fra Germania e Indonesia. Io frequento un istituto culturale che realizza degli scambi tra Berlino e Giacarta appunto e siccome uno dei responsabili è un grande amante del reggae mi ha chiesto di invitare qui degli artisti reggae tedeschi. Io ho suonato come supporto a questi artisti nelle loro date in Indonesia ed è stato in questo modo che ho stretto amicizia con Uwe Kaa nel 2004. Sono entrato in contatto con Oneness Records e mi hanno dato dei ritmi su cui cantare per una compilation per Reggaeville. Da qui siamo andati avanti i rapporti si sono rinsaldati e quindi il disco è nato in maniera naturale. Reggaeville mi ha messo in collegamento anche con Kabaka e in questo modo è sorta Re-Education.

H.A.: quando ti vedremo in Europa in tour?

R.M.: spero molto presto. Si parla già di ottobre-novembre per delle date organizzate dalla mia etichetta in Germania per un tour promozionale.

H.A.: se potessi scegliere un artista con cui collaborare che nome mi faresti?

R.M.: wow domanda difficilissima? Quanto tempo ho a disposizione? Ti direi Luciano, Beres Hammond, Sizzla Kalonji e ora come ora Protoje.