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Videomind: l’intervista

03-03-2011 LEVA57

Videomind: l’intervista

I Videomind sono un po’ come Benigni, riescono a farti amare la grandezza e l’immensità dell’Italia senza scadere nel nazionalismo becero, nelle trappole del Rap Game e del pettegolezzo deleterio. Tra mille produzioni che di nascosto ammiccano alle major, il loro disco Afterparty ci fa l’occhiolino con lo sguardo soddisfatto di chi si è preso tante soddisfazioni grazie alla spontaneità di chi osa per stare bene fregandosene degli schemi, alla professionalità, lo studio e l’amore per la musica… perché in fondo di Musica si tratta. E “se ti va il cervello in tilt… Music Therapy!”.

– Sono passati più di quattro mesi dall’uscita di Afterparty. Oggi con che occhi guardate il progetto Videomind?

Clementino: A distanza di quattro mesi continuo ad avere la stessa idea di Videomind: un progetto musicalmente davvero originale che, oltre al disco, ha nei live, nei videoclip e nella comunicazione i suoi punti di forza. Chiaramente lo sguardo ora non è più rivolto verso Afterparty ma è proiettato verso il futuro, verso un secondo disco.

Paura: Personalmente con gli occhi di chi ha realizzato un sogno. Come Clemente ha detto in una recente intervista su Dee Jay “stiamo facendo quello che sognavamo di fare da bambini”: suonare nei club più belli d’Italia, in festival prestigiosi e suscitare l’interesse di tutti i media. Addirittura siamo stati intervistati dalla radio nazionale tedesca, dove tanti sono rimasti colpiti dal nostro sound. Videomind è quanto di meglio mi sia capitato sia musicalmente che umanamente. In tutta la mia vita non ho mai fatto musica così curata. La fase compositiva del progetto sfugge totalmente alla logica beat col rap sopra. L’approccio che ho avuto è stato più da musicista che da rapper, nel senso che abbiamo cercato di mettere quanta più musica e melodia nelle parole. Tutte le parti cantate, anche quelle che ha interpretato Patrick dei Casino Royale, le abbiamo scritte io e Clemente. Sia il testo che la melodia. Spesso avvalendoci della sua chitarra. Umanamente poi ho trovato i miei soci ideali. Ogni data Videomind è un vulcano di aneddoti e ci divertiamo come ragazzini in gita scolastica. L’amicizia che ci lega va molto oltre il feeling musicale e questo rende magica ogni nostra esperienza condivisa. Anche se siamo molto diversi uno dall’altro con Videomind è come se fossimo una cosa sola.

Tayone: Vorrei già fare un altro disco, infatti ho già pronti alcuni beats. Aspettatevi i bassi peggiori della vostra vita (risate)! Spero che i miei due mc’s possano rendermi felice al più’ presto, scrivendoci. Restate sintonizzati.

- Mi viene spontaneo chiedervi qualche aneddoto…

Paura: Di cose da raccontare ce ne sono capitate troppe! Si potrebbe quasi scrivere un libro. La prima che mi viene in mente è che mi è capitato, facendo la spesa al Auchan, di sentire le note di “È normale” provenire da dietro ad uno scaffale. Mi sono affacciato ed una ragazza ce l’aveva come suoneria del telefonino. Con la musica che ho fatto fino a ieri non me lo sarei aspettato mai. Come non mi sarei aspettato di piacere a gente che di rap ne mastica zero. E poi, come dice uno dei responsabili dell’etichetta che ci ha pubblicato e che cura il merchandising ai nostri live (Davide, Relief Records Europe): “Videomind piace alla topa”. Dice che in tanti anni di esperienza diretta, e con tanti dischi pubblicati, è la prima volta che gli capita che la maggior parte degli acquirenti sia del gentil sesso.

Tayone: Sicuramente non mi aspettavo tale attenzione al progetto, vedo che musicalmente troppi vanno indietro ripercorrendo musica nostalgica. Quello che invece facciamo noi, nel bene o nel male, è cercare innovazione nella semplicità. Originalità nel classico. Non mi aspettavo così tanta partecipazione da tutti. Addirittura le mamme cantano i nostri pezzi con i loro figli… tutto ciò è fantastico! Piacere anche alla mamma è il vero punto d’arrivo.

Clementino: Sicuramente molte persone che abbiamo conosciuto le abbiamo esaurite mentalmente tra live show e videoclip vari. Mi riferisco particolarmente ad organizzatori, promoters, registi etc. che hanno risentito della vivacità del gruppo! Per le situazioni sorprendenti che ci sono capitate vi lascio immaginare. Mi ricordo solo che nella maggior parte dei nostri concerti, dal palco, si vedevano distese di persone che muovevano la testa.

– Oltre l’Hip Hop, quali sono state le fonti d’ispirazione che messe insieme hanno dato vita alla creazione del progetto Videomind?

Tayone: Da sempre ascolto tutto, dal rap passando all’elettronica fino alla techno. Sicuramente ci hanno influenzato sonorità più elettroniche con base funk e disco. Per quanto riguarda le liriche, invece, abbiamo puntato soprattutto a pezzi party…. “nei testi fammi stare bene almeno un po’ e non parlarmi dei tuoi guai che già’ ne ho” (cit. Paura dal brano Music Therapy)

Clementino: Io credo tutta la musica del mondo! Quella buona ovviamente.

Paura: Senza dubbio ci ha influenzato tutta la musica che ci piace. A partire dai Gorillaz fino ad arrivare a Brass Construction, i Kraftwerk, Glitch Mob. Da Doug E. Fresh ad Hudson Mohawke. La lista sarebbe troppo lunga! Videomind non vuole nascere come esperimento di rap italiano sull’elettronica. Videomind è stato concepito come un progetto per creare un suono peculiare ed uno stile unico. Qualcosa che non abbia restrizioni, che non sia facilmente etichettabile con un genere preciso ma che sia comunque ben riconoscibile. Un nostro conoscente, addetto ai lavori, ci ha elogiati per aver creato un nostro stile riconoscibile già al primo album. Obiettivo che, secondo lui, altri gruppi raggiungono con molti anni di collaborazione.
– C’è qualcosa che vi ha stancato dell’Hip Hop italiano?

Tayone: Le chiacchiere, i rumors, i pettegolezzi, i forum. Credo che il rap sia la musica più figa perché potrebbe essere un “non genere” e prendere il meglio da tutta l’altra musica. Invece viene ghettizzato dagli ignoranti. Chiunque può rapare, é qualcosa che ha un approccio semplice rispetto a suonare il piano o il contrabbasso, per esempio. Ma se vuoi essere forte dovresti studiare molto in ogni caso, anche se fai rap. La musica non è come i 4 salti in padella Findus, non apri la busta ed è tutto pronto. Bisogna allenarsi, studiare, confrontarsi e affinare le qualità. Per me ogni giorno è il primo.

Paura: Nell’Hip Hop in generale non mi ha stancato nulla. Amo questa magnifica cultura anche nella sua versione Italiana. Nel cosiddetto “rap game” invece ci trovo molti punti che mi hanno stancato. In primis il fatto che il pubblico per il 60 / 70% sia formato da gente che fa rap, produce beats o è in qualche modo fortemente collegato col “produrre” musica Hip Hop. Già siamo davvero pochi rispetto alla scena di altri paesi Europei e questo è un altro motivo di tristezza.

Clementino: La falsità, l’immaturità e
la voglia, di alcuni, di volersi dimostrare per il contrario di quello che sono nella realtà.

– Qual è invece secondo voi il punto di forza dell’Hip Hop italiano?

Paura: Sicuramente uno dei punti di forza è la varietà. Negli anni ho assistito al nascere di tanti stili diversi. Sia nel rap che nel writing. Nel djing e nel breaking.

Clementino: C’è tanta gente determinata e seria che fa le cose con bravura, e soprattutto con tanta costanza, a prescindere dalla disciplina.

Tayone: Potremmo essere i migliori del mondo, perché nessuno mangia bene come noi. Il punto di forza di un italiano è la storia, l’arte, il cibo, la cultura. La musica è nata nel ‘600 in Italia. In teoria dovremmo essere avanti a tutti.

– Videomind è anche provocazione?

Clementino: Certo! Altrimenti che gruppo rap saremmo? (risate)

Tayone: Videomind è un gruppo nato nel 2010, al passo con i tempi. Niente di più. Non facciamo talk show. Facciamo musica per noi e per la gente, immaginando di farli saltare e divertire durante i nostri live. Tutto qui.

Paura: Se pensassimo esclusivamente agli appassionati del rap potrei risponderti di si, ma al momento abbiamo un range così ampio che non ci poniamo il problema. Quando scegli delle strade non ancora battute inevitabilmente diventi provocatorio in qualche modo, ma non lo reputo un problema, anzi. Credo che serva comunque a far parlare di te, quindi mi va più che bene se qualcuno considera Videomind una provocazione. Personalmente sono una persona affascinata dai cambiamenti, dal provare nuove soluzioni, dalla sperimentazione. Se facessi la stessa musica che facevo 5 anni fa mi sentirei sbagliato, mi sentirei “stantio”. Invece mi piace proiettarmi in avanti rispetto a quello che ho fatto ieri. Ripetermi non mi stimola e mi spegne la creatività.
– Perché quando avete pensato al primo singolo, del quale avete anche girato un video, la vostra scelta è caduta su E’ normale?

Tayone: Perché alla domanda “ragazzi quale è il primo singolo che facciamo uscire?” uno di noi ha detto “È normale?”… e tutti in coro “èèèèèè dooobbaaaaale” (risate).

Clementino: Guarda, avendo pubblicato a Maggio il primo singolo è stato logico scegliere un pezzo fresh! E mi ha fatto sorridere il fatto che qualche tipo col “dito nel culo” abbia detto: “Ooooh siete commerciali!!!” (risate). Hai capito che IDIOTI abbiamo in Italia?!

Paura: Per me i motivi sono due. Il primo è che rappresenta il nostro spirito, quello che portiamo in giro per i palchi di tutta Italia. Il nostro primo obiettivo è divertirci e far divertire la gente. Siamo più soddisfatti a vedere la gente ubriaca e che salta piuttosto che riflessiva o impegnata. Kurtis Blow diceva “REAL old school Hip Hop is about HAVING FUN. And GOOD TIMES”. E’ Normale è il nostro pezzo più coinvolgente, più divertente, più scanzonato. Il secondo motivo è che fa muovere la testa anche a mia nonna che ha superato i novant’anni.

– I gadget, la grafica e i dettagli curati con un ordine quasi maniacale… cosa c’è alla base di queste scelte?

Clementino: Qui risponde Paura!

Paura: Semplicemente essere quanto più professionali possibile. I progetti curati sono curati a trecentosessanta gradi. Stessa cosa è avere un ufficio stampa e una agenzia che ti segue il booking. Essere dei professionisti significa questo, curare il tuo prodotto a livelli alti. Molti si pongono in modo amatoriale al produrre musica, credendo che la cosa finisca lì. Nulla di più sbagliato se davvero vuoi dei risultati tangibili. Abbiamo cercato di avere un mixaggio di profilo alto, una comunicazione di livello, dei video di qualità eccelsa. Questo non dipende dal genere che fai, dipende da quanto ti piacciono le cose fatte bene. Tanti perdono tempo a lagnarsi. Se dedicassero quel tempo a fare cose costruttive, anche in prima persona, forse si lamenterebbero di meno.

Tayone: Ci teniamo a curare tutto, dal rullante di un beat alla grafica. Siamo perfezionisti maniaci in tutto, forse anche troppo. Ma siamo fatti così. Un disco resta per sempre. Bisogna farlo al meglio.

– In Italia gli afterparty delle battle sono quasi diventati quello che una volta erano le jam. Pensate che le battle, le gare, i contest abbiano in qualche modo preso il posto di ciò che prima era semplicemente un modo per stare insieme e divertirsi, anche se non mancavano le polemiche?

Tayone: Ho vissuto il boom delle jam negli anni ’90. Juice di Ancona, Panico Totale a Pisa, Hip Hop Village a Milano. Bei tempi! Le cose sono un po’ cambiate ora. I dj’s fanno selezioni per far ballare, gli mc’s fanno i concerti, i breakers i contest di ballo e i writers fanno le tele. E’ giusto così. Ogni cosa ha un’evoluzione. Io mi sto divertendo molto. Suono da solo, con il mio gruppo, con Marracash e incontro tanta bella gente.

Paura: Io continuo ad amare lo stare insieme ed il divertirsi. Però non amo più le situazioni con 30 gruppi che devono suonare. Preferisco andare a vedere un singolo artista in formula concerto, con uno spettacolo studiato, senza dovermi sorbire altri che non mi interessano o che fanno suonare l’headliner con un ritardo spaventoso. Ma questo è solo il mio punto di vista soggettivo.

Clementino: Beh stai parlando con una persona che nelle battle ci è cresciuta. Per me la jam è importantissima, come è importante che la competizione inizi e finisca sul palco. Nel momento in cui le polemiche continuano fuori dal palco si cade nelle bambinate.

Siamo giunti al fatidico momento del “se avete qualche sassolino nella scarpa, qualcosa che vorreste dire ma nessuno vi chiede mai, dei particolari saluti, insulti baci e abbracci a…”!

Clementino: Non ho nessun sassolino nella scarpa. Ma se ne avessi avuti non me li sarei tolti in una intervista ma in un pezzo. Saluto sia gli amici che i nemici.

Paura: Saluti particolari ne ho da fare. Prima di tutto a Night Skinny e Daniele Franzese. Sono i nostri più grandi fan e i collaboratori senza i quali Videomind non sarebbe quello che è. Inoltre ringraziamenti particolari vanno alle aziende che hanno scelto di supportarci: Carhartt, Antony Morato, Nixon, Von Zipper, Gold e tutti gli altri. Alla Def Jam per averci scelti come testimonial italiani per il loro nuovo videogame e a tutti i professionisti che hanno realizzato i nostri videoclip. A tal proposito vi svelo in anteprima che ne stanno per arrivare altri due, riallacciandomi al discorso della professionalità. Poi sassolini nelle scarpe io non ne ho. Sono arrivato al punto di accettare qualsiasi critica con filosofia. Se sei soddisfatto “profondamente” pensi solo a continuare per la tua strada. Specialmente quando le critiche ti arrivano dai cosiddetti colleghi. Basta pensare a quanto stai messo meglio di loro. A quanti live fai, a che entusiasmo la gente ti dimostra, a che livello di professionalit&agr
ave; hai raggiunto, a quali cachet percepisci. Se lo faccio mi rimbalza tutto! Se le critiche ti arrivano da chi ha un millesimo delle tue soddisfazioni professionali, e probabilmente anche umane, ti viene solo da sorridere! Nell’ultimo anno abbiamo fatto quasi cinquanta concerti, toccando tutte le città più importanti. Per un gruppo appena nato non mi sembra poco. Di meglio non potevamo chiedere!

Tayone: Pace a tutti voi… a noi pratiche erotiche!

L’intervista finisce in maniera un po’ particolare: avete 10 parole e dovrete associare quelle che vi elencherò a qualcosa, a un discorso che vi sta a cuore, a un ricordo… a cosa preferite… Ecco le 10 parole: Orologeria/ cervello/ oscurità/ sorriso/ supporto/ monitor/ soluzione/ Ya tybyà lyublyu/ penna/ spazio

Paura :

Orologeria / Insonnia
cervello / Dio
oscurità / Dexter
sorriso / Mio nipote
supporto / I veri amici
monitor / Videomind
soluzione / Salina
Ya tybyà lyublyu / Cazz’è?
penna / Rime
spazio / Starwars

Tayone:
Orologeria / È fermo già da un po’
cervello / Control unit
oscurità / L’immenso
sorriso / Smile enterprise
supporto / Il mio mixer
monitor / Macbook Pro
soluzione / Nessuno ce l’ha
Ya tybyà lyublyu / Bella tecnica
Penna / Albergo
Spazio / Sempre di meno

Clementino:

Orologeria / “Ma lo sai che ore sono?” (Cit. È normale)
cervello / Bruciato
oscurità / Il mio album del 2011 e il teatro
sorriso / I miei amici e la mia donna
supporto / La mia famiglia
monitor / Videomind
soluzione / I soldi
Ya tybyà lyublyu / La versione cinese di iena White
penna / La forza
spazio / Buzz Lighthear

E se tutto ciò non dovesse bastarvi, il dal 1 Marzo è online “Globetrotters”, il nuovo video dei Videomind! Buona visione!