Personalmente mi ha incuriosito parecchio la figura di Fabri, di conseguenza si è reso necessario per questa recensione che conoscessi meglio e di persona l’autore dell’album giusto per avere un’idea più ampia della persona Fabri Fibra al secolo Fabrizio Tarducci.
Detto fatto mi ritrovo a Senigallia, località balneare famosa della costa Marchigiana. Premetto che adoro le Marche, per quel paesaggio dolce di colline baciate dal sole dalle quali si sente sempre l’odore intenso del mare, da Recanati al Conero, scampoli di Italia da mangiarsi con gli occhi e pure coi denti come si leggerà.
Appuntamento alle 21 in stazione a Senigallia come prostitute, stringo la mano a Fabri, cordiale e puntuale come pochi, poi via, a costruire il gruppo che vivrà la serata, ovvero il fratello Nesly, Lato e Dj Myke. Nel giro di mezz’ora l’ambiente che ci circonda è dei migliori, ristorantino alla mano accogliente e discreto con menù da veri mangiatori incalliti. In breve la tavola è imbandita, Fabri si sciroppa una fiorentina stratosferica da 4 cm buoni di spessore, mentre gli altri si abbuffano delle portate pantagrueliche che passa la casa, come il mio vassoio di spaghettoni che alla fine non riuscirò a finire nonostante tutte le buone intenzioni! L’atmosfera è sciolta, si parla, del più e del meno, si parla pure di rap e HipHop, chiacchierone non poco Fabri, riservatissimo Myke, mentre Lato e Nesly parlano poco ma con cognizione di causa. Difficile riportare in maniera precisa tutto quello che è stato detto ma ci provo, quantomeno i passaggi più importanti, le cose più serie, tralasciando le vaccate, le battute becere e tutto quello che potrebbe annoiare:
Filinus: de boia Fabri ma da dove li hai pescati gli argomenti delle Turbe? Se facciamo due conti, a parte qualche pezzo tutto l’album parla di donne, o meglio di rapporti sentimentali tra ragazzini e ragazzine come dici tu, e se si ascolta bene si nota una punta di acredine nei confronti del mondo femminile non c’erano argomenti più importanti magari da trattare?
Fabri: vedi, io faccio molto in base a quello che sento, nel periodo in cui è stato concepito “Turbe Giovanili” ero molto preso da alcune situazioni mie che mi prendevano parecchio, di conseguenza ho riportato tanto di quelle cose, oggi come oggi gli argomenti sarebbero diversi, come si potrà sentire nel mio prossimo lavoro, e poi parlando di donne c’è da dire che (il discorso prosegue tra battute e grassi luoghi comuni che vedono me e Fabri perfettamente in sintonia)
Filinus: ah, già in fermento per un nuovo album?
Fabri: si, con Lato stiamo già lavorando al prossimo album degli Uomini di Mare
Filinus: mi è piaciuto il suono del disco, anche se forse manca un qualcosa nella potenza dei bassi, quando infilo il disco nel CD devo alzare l’equalizzazione dei bassi per ottenere il suono grasso come piace a me, credo sia importante la qualità del suono o meglio, la potenza del suono, magari cercando di arrivare ai livelli americani
Fabri: Trovi? A me sembra buono, anche se devi capire che tutto nasce molto a mano con mezzi non professionali, adesso ci stiamo attrezzando con strumentazioni un po’ più evolute, ma di fatto tutto è stato registrato artigianalmente su dat, le basi e il resto, di conseguenza, per i mezzi che ci sono il suono è molto buono
Interviene Lato: guarda, secondo me non è possibile che noi in Italia si arrivi ai livelli del suono americano, non per mancanza di talento, ma semplicemente per il fatto che gli studi americani sono attrezzati con strumentazioni notevoli e gli investimenti per la ricerca del suono sono notevolmente più grandi che non in Italia dove i mezzi sono molto ristretti.
Filinus: mmmh, effettivamente, se è come dici allora tanto di cappello per quello che siete riusciti a fare, anche se nell’album Basley Click il suono era un po’ più potente
Fabri: beh, in quel caso abbiamo registrato da Bassi e lui ha una sonorità veramente valida
Filinus: Bassi, ecco, lui il suono americano ce l’ha, non sarebbe il caso che si seguisse di più il suo esempio?
Lato: vedi, a mio avviso non possiamo raggiungere la qualità americana, mettiamocela via, è così, anche se comunque il livello si alza sempre di più e ci sono parecchi esempi, come Bassi, di produttori che sanno far suonare le basi .
Filinus: secondo me è una cosa importante quella del suono, almeno per poter cominciare a inserire pezzi italiani nelle scalette dei locali personalmente faccio una serata a mettere dischi e vedo che alcuni pezzi di Bassi, Esa e i Balordi ci stanno bene, anzi, sono molto apprezzati anche da persone di colore, il che significa che è importante il suono per cominciare a proporre il rap italiano ad un pubblico più vasto
Fabri: dai tempo al tempo, credo che col tempo le cose si evolveranno anche a livello sonoro, del resto anche negli stati uniti il rap ha impiegato anni ed anni a raffinare il suono fino ad arrivare ai giorni nostri, da noi è presto ancora, ci vuole calma e tempo e le cose verranno, ne sono sicuro ci sono sempre più esperimenti sonori, sempre più ricerca, anche l’album Cactus contiene basi innovative che possono piacere o meno ma che comunque rappresentano un esempio unico nella scena HipHop
Filinus: mmh, ho sentito poco dell’album cactus e non m’è piaciuto molto, lo dico sinceramente (guardando Nesly)
Nesly: magari poi te ne lascio una copia così hai modo di ascoltarlo meglio
Filinus: hehe, ok, chiaro che bisogna ascoltare per intero e più volte un disco per farsene un’idea valida .Fabri, tornando al disco, ho letto il nome di Neffa da qualche parte, che ruolo ha avuto nel tuo disco?
Fabri: ecco, Neffa mi telefonò dicendomi che aveva qualcosa di pronto, abbiamo avuto modo di parlare, di scambiarci qualche punto di vista, e così lui mi disse che aveva delle basi e che se volevo potevo fare un salto da lui a Bologna per sentire, per veder cosa si poteva fare. Quindi andai da lui, all’epoca Lato era impegnato nella realizzazione del lavoro con Nesly Myke e Aladyn, e dopo il lavoro di Basley Click per me c’era il discorso fatidico di far uscire un nuovo prodotto, non dico un anno dopo, ma non bisogna nemmeno temporeggiare, lavorando in un periodo in cui comunque aspettavo Lato, non solo che finisse Cactus ma anche che si prendesse un periodo di ossigenazione per rinfrescarsi la idee e si riorganizzasse anche con l’utilizzo dei nuovi programmi, di conseguenza presi le basi di Neffa e realizzai questo album, le cui basi sono tutte sue, di Neffa intendo, a parte l’ultima che è di Lato.
Filinus: ah adesso che ci penso, si parla tanto di masterizzazioni, anche Esa ha trattato l’argomento nel suo penultimo disco te che ne pensi Fabri?
Fabri: che vuoi che ti dica, il fenomeno ci tocca relativamente, di Sindrome di fine Millennio abbiamo stampato 1000 copie e le abbiamo vendute tutte, quindi se anche qualcuno ne ha fatto delle copie non ci danneggia più di tanto, certo, la cosa è molto più sentita da chi invece stampa molte più copie e quindi magari si trova copie non vendute e parecchie copie masterizzate. Adesso non so come stiamo messi con le vendite di Turbe Giovanili anzi, magari puoi chiedere tu a Vibra, a Zeta, come è la cosa.
Filinus: Ok vedo di sentire cosa dice il buon vecchio Zeta Dj
La serata mangereccia si conclude alla romana, 15 euro a testa spesi benissimo, vinello buono, dessert buono, limocino finale delizioso e risate a go-go, gli uomini di mare sono delle vere sagome, amichevoli e simpatici, si ride, si scherza, come amiconi, eppure prima di adesso non avevo mai conosciuto nessuno di loro. Silenzioso ed enigmatico Myke, quasi come Lato che quando è intervenuto però l’ha fatto a proposito e con argomenti validi.
Dal ristorante ci trasferiamo a casa di Fabbri, lui e il fratello stanno all’ultimo piano in una mansarda divisa in due. L’ambiente è accogliente, tutto intorno parla di musica, il campionatore, i sintetizzatori e il PC con le basi nuove. Lato Myke e Nesly si rinchiudono nell’altra stanza in meditazione zen, mentre io e Fabri ci piazziamo allo stereo. Mi fa ascoltare due brani inediti, che non sono usciti col disco, uno personale di Fabri in cui parla dei suoi limiti e uno che è invece uscito sul disco col titolo Ma che persona ma con un’altra base; nel pezzo che ascolto c’è anche Neffa che fa una parte cantata:
Filinus: ah ma in questo pezzo c’è Neffa, la tua parte è identica a quella dell’album, cambia la base e il ritornello cantato…ma senti, secondo te tornerà a a fare rap?
Fabri: guarda, sinceramente non credo
Filinus: e l’altro pezzo che non hai inserito?
Fabri: è stato il primo pezzo che ho registrato e il primo che è andato perso, l’ho registrato da Neffa a Bologna, che doveva essere per la compilation Semi-Automatic Roma Metal Jacket poi da lì è finito in mani strane e poi dopo non si sa che fine ha fatto nel senso che quella compila boh, poi dopo quel pezzo volevo metterlo nel io nel CD però hai capito un po’ mi rattristava (risata) sai quando ti da quelle sensazioni strane questo pezzo s’intitola, qualche limite , nel senso non ce la faccio’ ancora, perché ho ancora molti limiti, è un pezzo contro me stesso contro il progresso, ma comunque sia, ce l’ho fatta ricordalo sempre (risata)
Filinus: hehehe, l’emcee è sempre un po’ egotrippato, lo so bene (risata)..parli di progresso e vedo che nel disco hai tirato fuori qualche spunto, parli di televisione di notizie, di questioni diverse dal solito, si sente che fai delle puntate nell’attualità nei fatti che avvengono .mi chiedo: ti interessa dire qualcosa?
Fabri: si, mi interessa, non ti dico che ti risolvo delle situazioni con il mio disco, però l’argomentazione e la comunicazione te la tiro fuori, questo disco parla più di storie quotidiane però la questione del messaggio è giusta, perché in Italia l’intrattenimento si è avuto, l’acrobazia lirica si è avuta, ma non si è presentata una comunicazione e soprattutto non si è portata un’educazione all’ascolto.
Filinus: secondo te la gente è pronta ad ascoltare quello che ha da dire un emcee?
Fabri: ma la gente è pronta ad ascoltare quello che dice un’emcee quando si rende conto che quello che questo dice lo sente talmente tanto al punto da mettersi in gioco, capisci il discorso? Tu credi a qualcuno nel momento in cui ti rendi conto che questo qualcuno crede in se stesso e in quello che dice più di qualsiasi altra cosa.
Filinus: parlando di quello che dici, mi sono reso conto che il tuo stile, le parole che dici nell’album sono molto più chiare e logiche di un tempo, magari una volta eri criptico al punto che mi davi fastidio perché non si capiva un cazzo che è successo? Perché hai cambiato lo stile di racconto?
Fabri: il discorso del lessico alterato l’ho messo da parte perché dopo che io sono uscito con certe storie, dopo che è uscito il fenomeno, tra virgolette, teste mobili = lessico a doppia velocità e tripla interpretazione, o vado oltre, ovvero non si capisce più un cazzo, oppure trasformo il caos in un caos concepibile, ti do una logica nel naufragio, e secondo me ci stava la svolta, di conseguenza chi si aspettava il lavoro incastrato, il lavoro terminato, si ritrova il lavoro liscio e logico su basi che sono magari più casalinghe più soft..
Filinus: parlando di basi, tu per realizzare prima ti fai dare le basi e poi ci metti su il pezzo?
Fabri: questo sempre, non ho mai scritto prima
Filinus: oppure hai delle idee che concretizzi quando hai base che ti vanno bene
Fabri: ma è la base che si deve prestare, io ti posso scrivere 15 pezzi finiti completamente terzinati, ma si devono prestare le basi, anche per gli argomenti, dipende da chi fa le basi poi, c’è stato l’anno degli eventi televisivi catastrofici, non so che m’è preso per questo disco, se magari avessi avuto basi di Lato, che è un mio amico d’infanzia, magari avrei avuto un atteggiamento più giocoso, meno introverso.
Filinus: domanda classica
Fabri: ma come stiamo messi?
Fabri: guarda, adesso si inizia a fare le cose seriamente, nel senso, adesso c’è stata la selezione, chi doveva fare i dischi del cazzo, chi doveva dire le stronzate, chi non doveva dire niente, chi doveva fare il figo chi non è riuscito a farlo sono venuti fuori tutti, adesso è l’era dell’autoconvinzione, chi ci crede veramente va avanti, chi doveva fare un disco per sfizio l’ha fatto, ora chi continua a metterci soldi è per farlo bene, e per farlo bene significa che è riuscito a farlo tanto male da capire come non si fa, io stesso a volte non mi riconosco, dopo quest’ultimo disco ascoltando quello prima mi chiedo ma come rappavo?
Filinus: sono contento del vostro lavoro, adesso spero che divengano cose sempre più pesanti, anche in generale
Fabri: si spero che noi tutti avremo la consapevolezza di noi stessi, il bello del mondo HipHop è che, tutti hanno possibilità, c’è chi viene da paesetti sperduti che ha voglia di emergere e chi magari ha voglia soltanto di idolizzare di farsi forza sul successo altrui in senso buono, è un mondo in miniatura, un mondo diretto, l’atteggiamento delle persone deve essere costruttivo e coscienzioso, ciò che ognuno dice pesa sugli altri e sentirsi incoraggiati è sempre meglio che sentirsi mandare affanculo
Filinus: parlando di mondo diretto, sappiamo che molte volte le distanze tra le varie crew e le vari e realtà HipHop sono molto ampie, in queste distanze si inserisce internet che rende tutti i vari mondi HipHop molto vicini e diretti, che ne pensi?
Fabri: internet è un buon veicolo per l’HipHop, perché per quanto si dica che è falso in realtà è estremamente vero, te sei lì e non hai nessun punto di filtraggio da parte di terzi, quello che leggio, lo acquisisci e lo interpreti nel bene e nel male secondo come sei, io sono preso bene dai cambiamenti, se prima la comunicazione era in forma cartacea, oggi è sul net, e c’è il guadagno in meglio che la comunicazione, il commento è diretto e quindi magari arriva lo stronzo che ti dice quello che vuole perché non gliene frega un cazzo in quanto chi è e dove abita tu non lo sai e quindi ti può dire qualsiasi cosa anche quelle che ti feriscono di più, questo per me è una figata, perché comunque poi ti impone un comportamento coscienzioso se non si vuole che nasca la schiera di piccoli pezzettini di merda che insultano a loro volta ..logico che se stai 10 ore al giorno su internet qualcosa di anomalo ce l’hai, e comunque i rapporti umani si fanno sempre di persona, io con tutte le persone con cui sto facendo qualcosa è perché veramente mi sono guardato a quattr’occhi e mi ci sono messo d’accordo e non perché me le hanno presentate come nick su internet o come nomi, si sta con la gente che realmente da qualcosa, c’è bisogno di trovare qualcuno che la viva fisicamente come te e che ti assomiglia. Che poi, questo scrivilo , io sono a favore comunque dei boarder aggressor, dei mic aggressor, dei writer aggressor, sono a favore dello stile di vita aggressor, come lo skate, gli skater aggressor, degli aggressori in genere, quelli che sparano sulla folla per fare casino
Filinus: A volte vedi personaggi piatti come possono essere quelli del grande fratello che hanno fama e onori non meritati, credo che per come sono mi piacerebbe vedere invece un Fabri Fibra, che ha cose da dire e che rappresenta una parte della cultura giovanile attuale in Italia, riconosciuto nei meriti anche dall’ambiente al di fuori dell’underground HipHop
Fabri: guarda il mio prodotto dovrebbe arrivare talmente serio e talmente proponibile da essere pubblicizzato e proposto al grande pubblico
Filinus: credo che il disco così com’è sia proponibile che differenza c’è tra il tuo album e quello di qualche altro artista italiano odierno?
Fabri: hehehehe , la differenza è che la grafica mia è argentata, costa 800 mila lire ogni mille copie!! (risata)
Filinus: ah, guarda mi viene in mente una cosa, ricordi il Mortal Kombat? Un certo Kiffa? Mi pare che sia stato bravo in quella situazione, e che tu abbia vinto per acclamazione anche per la tua fama, perché a mio avviso il tuo avversario era stato più brillante
Fabri: guarda mi parli di fama, e sta cosa della notorietà mi fa strano, perché io mi vedo ancora come quando ho fatto il primo demo, quando spedivo le cassettine a Bassi e quella gente lì, che poi ricordo che all’inizio ero negato in freestyle, avevo un flow sciolto come quello di una lavatrice piena di mattoni quando parlano di questo Fabri Fibra che ha la notorietà , mi sembra che parlino di un’altra persona, finchè non mi ritroverò ad aver fatto un salto di qualità e di vendite totale io non mi sento di parlare di notorietà e fama..
Filinus: non sto dicendo che la fama è immeritata, cioè il tutto deriva anche da quello che hai fatto e che c’è dietro di te, non è questione solo di nome, al Mortal Kombat in quella situazione comunque il fatto che tu fossi più conosciuto ti ha fatto strappare applausi in più che a Kiffa, hehehee stava per batterti .
Fabri: aaaargh, basta non mi parlare di Kiffa (simpatico ridendo) alla fine è caduto, si è stato bravo però io non ho mai sentito un testo di Kiffa…hehehe dai torniamo al mio disco
Filinus: hehehehe, tornando al disco, parlando di Neffa, come vedi il suo recente passaggio alla musica leggera?
Fabri: Neffa è una persona ispirata, l’importante è quello , potrebbe anche essere uno spazzino, è ispirato .poi ci sono vari punti di vista, magari qualcuno pensava che avrebbe fatto sempre la vita da rapper e i dischi rap è rimasto deluso, anche se i bei pezzi rap li ha fatti .comunque ti dico la massima, e questa la metti alla fine dell’intervista: ognuno deve fare quello che si sente di fare non so se mi spiego, come disse il paracadute al paracadutista
La serata si conclude in scioltezza, circa le 2 di notte, Lato se ne va a casa e rimangono Myke e Nesly alle prese con le basi nuove, da notare come Myke agli strumenti subisca una metamorfosi totale, si trasforma, cambia forma et aspetto, si vede che è nel suo ambiente. Saluto tutti, Nesly, Myke, e Fibra, mi riempiono di regalini, Nesly mi da il suo disco da ascoltare, Fabri mi omaggia del suo primo mix-tape e poi aggiunge una copia del nuovo video delle Piante Grasse. Baci e abbracci con la promessa di ribeccarci per una nuova magnata alla faccia dell’HipHop e di tutto il mondo!!