The blood of a slave, the heart of a king E così che Nasir Jones, in arte Nas, si ripresenta 8 anni dopo il capolavoro Illmatic e dopo altri 3 album (5 se si includono i progetti The firm e Q.B. Finest) che pur avendolo tenuto sulla cresta dellonda e allinterno delle classifiche di vendita americane, non hanno avuto lapprovazione aspettata dalla critica e dalla strada.
Stillmatic è un album completo, che riesce a intrattenere e a far pensare, riesce ad affiancare pezzi party a tracce introspettive, racconti quotidiani di strada a riflessioni sullo stato di salute del mondo.
Braveheart Party, con il cantato di Mary J Blige, è quanto di meglio possa passare nelle mani dei djs per riempire ed infuocare le piste di tutti i clubs hip hop del globo, One mic è unintelligente riflessione sul potere comunicativo della musica rap, You are da man e Rewind prodotte da Large Professor non deludono pur non essendo capolavori, Get ur self a , Smokin, My country, Every Gheto e la stessa Intro son tracce interessanti e taglienti, Ether è latteso e forse inutile pezzo contro Jay Z, Destroy and Rebuild è un viaggio nel Queens Bridge sopra una base che ricostruisce il classico The bridge is over della Boogie Down Production, 2nd Childhood e un ottima traccia prodotta da Dj Premiere, anche se dalla scontata partecipazione di Preemo ci si poteva aspettare un pezzo meno lento e piu portante nellalbum.
Ma la gemma dellalbum è What goes around, metricamente impeccabile e coinvolgente, con un testo che non può non lasciare il segno.
Stillmatic non è sicuramente ai livelli di Illmatic ma si posiziona un gradino sopra le precedenti prove di Nas, proponendosi come un ottimo album da comprare e da ascoltare.
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