Bizzy Classico, o KBC se preferite, è da poco uscito col suo ultimo album Fresco, che arriva a tre anni di distanza dall’ep omonimo. Colpisce il fatto che in un’era di streaming ci sia solo un featuring: considerata la portata underground del lavoro, è una mossa rischiosa ma che se ben usata ripaga molto di più. A proposito della portata underground, sicuramente lui deriva da questo ambiente e dall’hip hop più classico, ma in realtà l’album suonando molto moderno, potrebbe essere apprezzato da una fascia di pubblico ben più ampia; spero che questo accada perché dietro c’è un lavoro genuino e spontaneo. Avendo trovato un disco maturo e completo, a fronte anche dei tanti anni di esperienza, ho avuto il piacere di fargli qualche domanda circa questo lavoro e ciò che gli gira attorno. (continua dopo la foto)
Luca Stardust: È passato un po’ di tempo dai primi lavori come Wack Mc Is Not My Business o da This Kid Brings Classics, in cosa sei cambiato come persona e soprattutto come è cambiato il tuo approccio artistico?
Bizzy Classico: Sì, cazzo! Quando è uscito Wack Mc is not my business avevo 18-20 anni, ora 31! Come persona sono davvero cambiato tantissimo, anche perché è cambiato molto anche quello che ho attorno e che nella vita mi sono potuto costruire. Da piccolino ero molto più testa di cazzo, come penso sia normale e anche giusto. Ora mi sembra di aver raggiunto un buon livello di maturità ed una consapevolezza che mi aiuta in tutto quello che faccio e vivo. A livello artistico credo che sia principalmente cambiato il mio approccio alla scrittura. Prima avevo necessità di rivedere le cose, di risentirle e di renderle a mio gusto “perfette”, quello che invece è importantissimo per me ora è “l’attimo”, catturare il momento e riuscire anche a viverlo oltre che descriverlo al meglio che posso.
L.S.: Ultimamente il concetto di Fresco si unisce soprattutto alle nuove generazioni, contando soprattutto l’età. Tu che sei in giro da molto tempo, cerchi in questo modo di rinnovarti?
B.C.: Lo stile non ha età e il concetto di Fresco per me rientra in un contesto stilistico. Significa essere pronto, aggiornato e stiloso in ogni situazione. Ero fresco anche 10 anni fa, quando io e Fatfat ci siamo presentati con uno stile originale e anche se classico molto distante da quello che poteva definirsi “boom bap”, nei video ci vedevi con le le tute Fila, collane, sneakers serie, Kangol e cap New Era e con un tipo di approccio che in Italia ancora riuscivano a capire e seguivano in pochi. Per autocitarmi con l’intro del disco “Cosi fresco già dall’inizio”.
L.S.: La frase “Questo disco racchiude gli ultimi tre anni della mia vita” ci parla già dell’album. Traspare un lavoro personale ma poche volte introspettivo. Sei così anche fuori dato che la tua musica ti rappresenta a pieno?
B.C.: Forse sì. Nella vita tendo sempre a scherzare molto, raccontando anche tanto di me. Poche volte, quando mi sembra il caso, mi apro a tal punto da non avere più alcuna barriera. Il disco infatti alla fine fa lo stesso, ci sono un po’ di pezzi di stile e easy listening, altri più seri e reali e poi esempi come Confuso o Cresciuti Veloce in cui mi metto completamente a nudo. Penso però che con un ascolto attento si possa percepire e capire tanto di me anche nei pezzi più di stile e apparentemente più leggeri. Sta tutto nella sensibilità e capacità di ascolto che si ha.
L.S.: È un album che mischia stili classici ad altri più moderni: questa unione è la chiave per la freschezza che vuoi dare al lavoro?
B.C.: Io e Nez abbiamo semplicemente fatto quello che ci andava di fare. Se lui faceva un beat che poteva andarmi bene, boom, ci scrivevo al volo e avevamo il pezzo.
L.S.: A proposito di questo, qui Neazy Nez per la prima volta produce tutte le tracce di un intero album. Da cosa nasce questa collaborazione e come mai gli hai affidato tutte le basi?
B.C.: Conosco Nez da tantissimi anni, siamo amici fraterni da davvero tanto. Lui ha iniziato a produrre quando era ancora un bambino e artisticamente ho avuto il privilegio di seguirlo e vederlo crescere. Questo era il momento giusto per lavorare ad un progetto interamente insieme, anche perché abbiamo una visione simile, una sintonia unica e tutto nasce molto spontaneamente.
L.S.: Restando in campo musicale, volevo chiederti se i testi e le basi fossero andati di pari passo, insomma, come è andata in studio?
B.C.: Il disco l’abbiamo concepito un po’ in giro, ed è stato anche frutto di tanti viaggi ed esperienze che abbiamo fatto. Nella fase della vera e propria realizzazione è nato tutto molto naturalmente: lui mi faceva sentire beat assurdi, io scientificamente gli cagavo il cazzo e ne sceglievo 1 tra 30, ma nel momento che trovavo il beat avevamo automaticamente il pezzo.
L.S.: Riguardo alle influenze, in FCT citando molti nomi dici di “ascoltare tutto”. La domanda allora sorge spontanea: che musica ascolti e cosa ti ha accompagnato in particolare lungo la realizzazione del disco?
B.C.: Io sono davvero un fanatico e cultore dell’Hip Hop, ma ascolto anche molta musica extra-Hip Hop. Produrre e fare diggin’ mi ha portato anche ad apprezzare tantissimi altri generi. Diciamo che rispondere alla domanda “cosa ascolti?” per me è difficilissimo, consumo una quantità di dischi da impazzirci davvero. Nel periodo della realizzazione di “Fresco”, ti dico i primi nomi che mi vengono in mente, ho ascoltato molto Ty Dolla Sign, Future, Asap Ferg e Rocky, Skepta, Stormzy, Travis Scott, Freddie Gibbs, Drake, i Migos, Westiside Gunn e Conway, 6lack, Larry June, Slim Thug, The Weeknd, 88Glam, Lil baby e Gunna, Meek Mill, Nipsey Hussle, 21 Savage, Quentin Miller, Kevin Gates, Youngboy Never Broke Again, Sauce Walka, Weezy …ma potrei andare avanti per 2 ore…e mi sto dimenticando altri 400 nomi. Chi mi segue sa quanto sono in fissa per sta roba.
L.S.: Per quanto riguarda i live invece, hai già date o idee?
B.C.: Per ora stiamo valutando qualche proposta. L’intenzione è sempre quella di portare uno show che sia figo e all’altezza. Se il posto non mi sembra adatto o non viene rispettato il budget non suono, non mi interessa. Piuttosto preferisco uscire con in miei soci o con qualche tipa.