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Unlock the city by Timberland: una serata a Milano con Rkomi, Coma Cose e Carl Brave

07-10-2018 Riccardo Primavera

Unlock the city by Timberland: una serata a Milano con Rkomi, Coma Cose e Carl Brave

Nell’ultimo paio d’anni di vita del rap italiano, molti sono i sottogeneri che si sono sviluppati, vuoi per esigenza di qualcuno di etichettare e compartimentizzare qualunque fenomeno musicale, vuoi per l’effettiva contaminazione reciproca tra artisti e genere diversi. In questo senso, sono stati soprattutto indie e pop ad incontrarsi spesso con il rap, intrecciando i propri percorsi soventemente, finendo per dar vita a fenomeni interessanti e in grado di guadagnarsi una nutrita schiera di ascoltatori. Basta pensare a nomi come quello di Rkomi, di Carl Brave o dei Coma Cose: se una matrice rap è fortemente percepibile in tutti e tre i casi, lo sviluppo musicale li ha poi portati ad esplorare territori diversi, spesso con approcci unici. Come Rkomi, che è rimasto a tutti gli effetti un rapper, ma si è lasciato tentare a più riprese dal fascino di sonorità più vicine all’indie (vedi Apnea, prodotta proprio da Carl Brave) o contraddistinte da un’accessibilità quasi pop (vedi l’ultimo singolo prodotto da Shablo e Junior K, Non ho mai avuto la mia età). Oppure come Carl Brave, che sembra rappresentare l’evoluzione dello stornello romano: ha delle fondamenta dichiaratamente rap, però spazia agevolmente dall’it-pop del progetto con Franco 126 al pop mainstream del suo disco d’esordio solista Notti Brave. O ancora, come i Coma Cose, dall’identità eclettica e camaleontica, che mescola tutti e tre i generi in una ricetta unica e affascinante.

Tutti e tre i nomi citati sono stati protagonisti dell’evento Unlock The City, organizzato da Timberland in occasione della promozione del nuovo boot Cityroam. Un’occasione per approfondire il legame di ciascun artista con la propria città di appartenenza, osservata da un’angolazione unica e filtrata da una lente altrettanto particolare. Così Carl Brave racconta la sua Roma, mentre Rkomi e i Coma Cose parlano di Milano, da prospettive diverse, quasi complementari. Se le interviste e i video realizzati con gli artisti sono disponibili su Noisey, mercoledì 3 ottobre i volti della campagna si sono alternati sul palco della Fabbrica Orobia di Milano, per un affascinante live a conclusione della campagna. Ad aprire le danze è stato Rkomi, purtroppo – per sua stessa ammissione – leggermente sotto tono; la partenza in sordina però ha ricevuto un calore incredibile dai fan del beniamino di casa, che ha proseguito il live in crescendo, spaziando da brani dell’ep Daisen Sollen all’ultimo album Io In Terra, concludendo il set con l’ascolto in anteprima del singolo Non ho mai avuto la mia età, in uscita a mezzanotte di quella sera.

Dopo di lui sono saliti sullo stage i Coma Cose, che grazie all’esuberante presenza scenica e alla incredibile varietà del loro repertorio musicale hanno stregato la platea, per nulla affaticata dalla lunga coda che ha preceduto l’ingresso nel locale. Tra una birra e l’altra, i presenti cantavano a squarciagola tutte le più famose canzoni del duo, completamente a proprio agio sullo stage. I live si sono conclusi con l’esibizione di Carl Brave, forse il più acclamato dal pubblico, grazie alla semplicità delle atmosfere sognanti che le sue canzoni sono in grado di evocare. Amori finiti, serate trascorse su immense scalinate sorseggiando birre scadenti, sogni spesso troppo grandi e una leggerezza tipica della prima e della seconda adolescenza. Partendo da Notti Brave per poi finire con le hit più conosciute di Polaroid, ormai ascrivibili a classici moderni, l’ex cestista professionista ha mandato letteralmente in visibilio tutti i presenti. La serata si è chiusa sulle note del dj di Shablo, di nuovo in console dopo aver accompagnato il live di Rkomi. Un susseguirsi di hit che monopolizzano attualmente le classifiche rap italiane e mondiale, con l’aggiunta di qualche perla inaspettata e qualche classico d’annata.

Mentre il pubblico defluiva verso l’uscita e gli ultimi, coraggiosi addetti ai lavori si portavano a casa il bicchiere della staffa, era possibile scorgere qualche gruppetto intento ad avventurarsi a piedi verso casa, canticchiando gran parte dei versi ascoltati poco prima sul palco. Il modo migliore di prendere alla lettera il consiglio di Timberland: #unlockthecity , dopo un live del genere e un paio di birre, è la miglior conclusione possibile della serata.