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La schiacciata di LeBron sul razzismo

20-08-2018 Goodidea Style

La schiacciata di LeBron sul razzismo

LeBron James ha vinto tutto ciò che si poteva vincere nel basket NBA, oltre a trofei e pure medaglie olimpiche. Ma nonostante la sua vita sia ricca di successi, un tassello molto importante era ancora da riporre nel mosaico dei suoi progetti. Sull’onda del grande successo sportivo non ha mai dimenticato le sue origini, così ha deciso di fondare con sua mamma la LeBron James Family Foundation, con l’obiettivo di aiutare i bambini e le famiglie delle fasce sociali più deboli. Così nasce il suo progetto più importante, la I Promise School.

James, nato ad Akron 33 anni fa, ha investito molto nella sua città e i 240 ragazzi di terza e quarta elementare, che frequenteranno la sua scuola privata, se ne renderanno presto conto. Per loro King James ha pensato a un futuro sgombro da discriminazione e razzismo. Sì, perché oggi la partita più importante che si sta giocando in gran parte del mondo è quella contro la discriminazione. Negli Stati Uniti la piaga dilagante del suprematismo bianco è sempre più pericolosa e incontrollabile a causa della politica d’odio di Trump, che colpisce sempre più violentemente il Paese e soprattutto le persone più deboli di cui la politica sembra fregarsene. (Continua dopo l’illustrazione)

Illustrazione di Gianluca Costantini, tutti i diritti riservati.

Ma al futuro degli studenti della I Promise School ci ha pensato LeBron che, in una operazione che potremmo definire di Responsabilità Sociale, ha vestito i panni delle istituzioni garantendo a questi ragazzi grandi opportunità. La scuola parte innanzitutto con un rapporto studente-insegnante di 20 a 1, cosa che nella scuola pubblica americana è fantascienza. A tutti gli studenti verrà offerta colazione, pranzo e merenda e un servizio navetta gratuito; inoltre ci sarà una bicicletta per ognuno. Gli alunni avranno un team di insegnanti preparatissimi e la possibilità di fare tanto sport, ma forse la cosa più importante è la garanzia di borse di studio che l’Università di Akron offre a tutti gli studenti della I Promise School.

“Quando le persone mi chiedono, perché una scuola? Perché so esattamente cosa stanno attraversando questi 240 bambini. Conosco le strade che calpestano. Conosco le loro sofferenze. So tutto ciò che sognano. Conosco tutti gli incubi che hanno, perché sono stato lì. So esattamente cosa stanno passando” ha spiegato LeBron James.

LeBron ha affondato con una schiacciata la politica di Trump, accusando il presidente degli Stati Uniti di rovinare il clima di uguaglianza che si crea in ambito sportivo. “Usa lo sport per dividerci, questa storia della razza è diventata dominante, e non riesco a tollerarla nel mio mondo, dove giochiamo nelle stesse squadre senza chiederci di che colore sia la nostra pelle. La funzione dello sport dovrebbe essere quella di unirci e non di dividerci”, ha aggiunto.

La I Promise School è la sfida che un grandissimo uomo, e sportivo, lancia alla politica. Una politica che gioca il tragico “sport” della violenza, della discriminazione razziale, delle frontiere chiuse. Una politica che ha fatto vincere a Trump la partita dell’odio. Una classe politica che presto dovrà fare i conti con le nuove generazioni delle fasce più discriminate e deboli del Paese, che non vedono l’ora di giocarsi la loro partita e vincere contro l’odio.