La mattina dopo del suo concerto a Milano abbiamo avuto modo di intervistare l’artista dancehall giamaicano Wayne Marshall. Un’intervista veloce prima della sua partenza alla volta di Venezia per un’altra data. Il cantante è in procinto di pubblicare nei prossimi mesi il suo nuovo album True Colours, interamente prodotto nientepopodimenoche da Damian Jr Gong Marley per la sua Ghetto Youths International. Vediamo cosa ha raccontato ai nostri microfoni.
Haile Anbessa: sei fresco di un bel concerto al Leoncavallo di Milano. Come è stato il feedback?
Wayne Marshall: assolutamente positivo! C’era molta energia, ho fatto ballare tutti e mi sono molto divertito anche io. Mi trovo qui in Italia principalmente per promuovere il mio prossimo album, interamente prodotto da Jr Gong e pubblicato dall’etichetta della famiglia Marley Ghetto Youths International. Non vedo l’ora che esca e credo proprio che ci vorranno all’incirca un paio di mesi. Stiamo ultimando i dettagli di missaggio e mastering. Il processo creativo è stato eccezionale poiché non capita certo tutti i giorni di poter collaborare con un producer che è anche un grande artista che sa realizzare grandissimi pezzi. Abbiamo condiviso molto da questa esperienza e imparato l’uno dall’altro.
H.A.: volevo proprio domandarti adesso del processo creativo alle spalle di True Colours. Come è avvenuta la collaborazione con Gongzilla?
W.M.: è stato tutto di un livello eccellente. Io e Damian siamo grandi amici da sempre, molto prima di collaborare per quest’album. Essere grandi amici e quindi avere molto in comune ha contribuito moltissimo alla buona riuscita di questo progetto. I nostri gusti musicali e i nostri interessi in generale sono molto simili anche se ognuno ha apportato il suo flavour. Si è trattato quindi di un ottimo meltin pot di caratteristiche. Abbiamo lavorato tra la Giamaica e Miami tutto il tempo dove tutte le canzoni sono state scritte e registrate. Per me Jr Gong è un grandissimo artista, un producer veramente speciale anche perché nel cognome porta una responsabilità pesante da trasportare che ritengo faccia già egregiamente. Questo disco rappresenta un ulteriore passo della mia evoluzione come artista ma certamente anche della sua.
H.A.: parlami adesso della realizzazione del video di Go Hard in cui possiamo ammirare un all star team di artisti giamaicani quali I-Octane, Aidonia, Bounty Killer, Damian Marley e Vybz Kartel oltre a te ovviamente…
W.M.: è stato pazzesco! È stato molto difficoltoso all’inizio organizzare tutti questi artisti per realizzare un solo video. In molti potranno pensare che ci siano stati conflitti tra gli artisti ma posso solo smentire queste voci perché non appena hanno sentito parlare di questa idea sono tutti arrivati di corsa ognuno per dare il proprio contributo. Solo Kartel ha avuto problemi evidentemente per le sue circostanze personali ma per il resto è filato tutto liscio e il risultato finale è stato certamente mozzafiato.
H.A.: come ti trovi a far parte della scuderia di Ghetto Youths International? Pensi che proseguirai per questa strada?
W.M.: sicuramente! Non abbandonerò mai questo legame con l’etichetta dei fratelli Marley. Ripeto che mi sono molto fortunato ad essere stato prodotto da Damian e quindi credo che in futuro potremo fare ancora grandissime cose.
H.A.: come ti vedi tra dieci anni?
W.M.: in dieci anni mi vedo sicuramente come un artista più maturo e a tutto tondo. Voglio cimentarmi anche io presto nelle produzioni anche per scoprire nuovi talenti. Ho un figlio molto giovane di sette anni che si interessa moltissimo di musica quindi vorrei coltivare il suo talento. Quindi nel futuro sicuramente mi vedo come una sorta di talent scout di nuovi giovani talentuosi proprio come Bounty Killer, Elephant Man e Damian Marley hanno fatto e stanno facendo con me.
H.A.: e la musica reggae?
W.M.: ognuno dà il proprio contributo e gli artisti non devono lamentarsi dei tempi che stiamo vivendo bensì portare qualcosa sul tavolo per aiutare a cambiare la situazione attuale. Il suono giamaicano è un suono autentico che secondo me non può dimenticarsi delle proprie radici mai. Il mio personale contributo consiste nel portare un suono autentico ed eclettico al tempo stesso. Eclettico perché la mia generazione in Giamaica è stata influenzata da una moltitudine di suoni dall’alternative, all’hip-hop grazie a Mtv e ovviamente reggae, rubadub e ska su tutti. Ecco perché la mia musica così come quella di Damian Marley è difficilmente etichettabile. Io personalmente cerco da sempre di sperimentare e scrivere così una nuova pagina per la musica giamaicana. Ognuno infatti deve essere libero di creare musica secondo ciò che prova.